“Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Il fine primario
dell’unione tra l’uomo e la donna è visto nell’essere fecondi e riempire la terra“
Genesi 1, 26-28.
“Quando accade un evento straordinario, un’anomalia, è ridicolo pensare che sia un mistero o un presagio.
Eclissi di sole o di luna, comete, nuvole che sventolano come bandiere, neve a Maggio, lampi a Dicembre
sono fenomeni che accadono. Anche il fatto che il sole sorga a est e tramonti a ovest potrebbe essere un
mistero, se non si ripetesse ogni giorno. Inoltre, la ragione per cui una disgrazia accade quando si verificano
fenomeni strani è dovuta al fatto che la gente vede un prodigio, come le nuvole svolazzanti, e si aspetta che
avvenga qualcosa. Gli uomini creano nella loro mente questa correlazione. I misteri sono sempre un’illusione
creata dalle parole.”
Yamamoto Tsunetomo, Hagakure.

SINOSSI
Su uno sfondo in cui una guerra tra uomini non vede il tramonto due ragazzi riscoprono grazie al loro incontro la bellezza delle cose naturali, il fascino della condivisione e la propensione all’eterno, andando in totale contrasto con il mondo fuori, sanguinoso e distruttivo.
Da un lato l’eroe, dall’altro il soccombente. Uno, esaltato dalla madre e dagli dèi, soffocato dall’aspettativa di essere e diventare per sempre ‘il migliore tra gli uomini’ L’altro, non idoneo all’eroismo, troppo fragile e macchiato a vita dallo stigma di rappresentare la delusione del padre. Fino al loro incontro. Achille è la roccia che sostiene le debolezze di Patroclo, Patroclo è lo specchio delle fragilità più nascoste dell’eroe Achille. Nasce tra loro un’amicizia, nonché una delle storie d’amore più discusse dell’intera mitologia greca. Le grandi aspettative su Achille sono un peso che porta silenziosamente sulle spalle: ciò che la società, la religione e la famiglia hanno gettato su di lui lo hanno reso emblema dell’onore su cui si fonda la cultura ellenica. È forte perché possente fisicamente, ma è debole perché nella sua anima risiede un bambino impaurito, timorato dal pensiero di deludere chi crede in lui, chi dà per scontata la sua forza e soprattutto chi in lui vede solo il Dio e mai l’uomo.






Achille è isolato dal resto del mondo, un’eremita irraggiungibile e inafferrabile, distante dall’umano. Patroclo irrompe nel suo spazio per volere del destino: è un esiliato che ha paura del mondo, un inetto che riassume nel nomadismo la sua filosofia di vita. Bullizzato da tutti perché gracile e femmineo, gravemente sotto il livello delle caratteristiche necessarie per meritare l’onore sociale. La sua ‘salvezza’ risiede in Achille che gli offre la condivisione del suo spazio e gli insegna a ricercare il proprio talento nel combattimento, per potersi difendere.
Una volta abbattute le resistenze Patroclo è in grado di aiutare l’amico a liberarsi dallo stigma dell’eroe, a liberare l’anima di un bambino che aveva bisogno di capricci, di coccole e di giochi e a trovare in lui la debolezza dell’umano, il cui simbolo risiede nel tallone, ma la cui profondità punta dritta al cuore. I due sono un’unica realtà legata dai lacci dell’amore: una profezia è ciò che ci riporta alla tragicità omerica che tutti conosciamo: Patroclo muore al posto di Achille, per lui. E Achille non vuole più vivere senza Patroclo.

TEMI
La gioventù ha una forza vitale e passionale superiore a qualsiasi fase della vita. Tutto si vive più intensamente: gioie, paure, dolori, rabbia, amore e Tutto ciò che riguarda la sfera emotiva si muove freneticamente nel petto e nella testa. I ragazzi di cui raccontiamo le vicende, spinti dalla stessa energia e forza vitale entrano in conflitto con le dinamiche dell’Iliade omerica tipiche della cultura ellenica: i giovani invocano gli dèi, la cultura è quella dell’onore (timè) un concetto fondamentale nell’Iliade, dove l’eroe ha come principi importanti l’onore e la gloria. Tutto questo si concretizza nel rifiuto della chiamata alle armi di Achille e nella non adesione all’ideale eroico ellenico di Patroclo. Due soldati che non credono nell’onore, non sono timorati dalla fatalità, e questa visione comune li porta ad un livello di relazione superiore: il loro rapporto si configura come un percorso, un viaggio che fanno insieme attraversando su due piani paralleli, la riscoperta di se stessi e quella della natura. Lo spazio all’interno del quale sono inseriti, lontano dalla guerra, delinea una ‘quinta stagione’: un limbo in cui vengono circoscritte paure e angosce, che permette loro di ritornare all’origine.
La decostruzione delle loro maschere va di pari passo con la genesi di uno spazio “ideale”, dentro cui la natura non è più un costrutto di schemi artificiali governabili che generano mostruosità come la guerra, ma un Eden in cui giudizio e pressioni sociali si annullano e si frantumano. E’ così che l’amore prevale sull’onore tra Achille e Patroclo.






POETICA
L’arco narrativo è costruito a quadri: quattro, uno per ogni stagione. Le quattro stagioni scorrono contemporaneamente su due livelli narrativi; il primo racconta il passare del tempo e il mutamento climatico, il secondo è una metafora dell’amore tra i giovani, che contempla e accompagna ogni fase. Dall’incertezza del clima autunnale che racconta l’imbarazzo, al gelo dell’inverno che rappresenta la rigidità e il blocco; dal fiorire della primavera e quindi della grande passione, alle temperature soffocanti dell’estate, in rappresentanza della sconfitta e della morte.
In scena, oltre i due protagonisti, le tre parche, simboli di quel fato sia benevolo che maligno, imparziale, che conduce ogni azione e ogni scelta. Il loro è un lavoro fisico corale, come un corpo di ballo che fa da sfondo alle vicende dei protagonisti, o meglio una scenografia umana, da cui arrivano input: segnali, voci, canti, richiami sonori, impulsi di movimento, proposte di caratterizzazione dello spazio, gestione dell’assetto tecnologico e musicale. All’interno dei quadri le parche rappresentano la classicità ellenica e hanno una funzione narrativa. Ci agganciano e ci riconducono alle vicende narrate nell’Iliade. Nel costume, nella posizione che occupano nello spazio, ma soprattutto nel linguaggio, esse si discostano completamente dagli altri personaggi.

SPAZIO E SUONO
Il testo è la guida della ricerca legata alla danza e al suono. Gran parte del testo è scritto in versi liberi, con particolare attenzione alla ritmica e alla musicalità della parola. Il comparto sonoro suggerisce una direzione, un ritmo, una dinamica per il movimento che, in esplosione, sfocia nella danza; per ciascun personaggio, nel suo personalissimo stile. Ciascuna danza è l’espressione più profonda della loro anima.
La direzione sonora del progetto supporta il ritmo dell’azione. Lo spazio è riempito da un tappeto sonoro che cresce fino al suo culmine per poi tornare alla sua origine: come un’onda ha la sua preparazione, il suo apice e la risacca. Il silenzio, in questa dimensione, acquisisce un ruolo fondamentale: non è tanto assenza di suono, ma rumorosa attesa di ciò che succederà. Tamburi e percussioni sono i protagonisti di sonorità prevalentemente tribali. Strumenti acustici come pianoforti e violini subentrano di rado per i richiami all’epicità omerica; infine, le sonorità elettroniche sostengono tutto l’apparato contemporaneo e suggeriscono scorci di spazio che ci riconducono al presente. L’idea di scenografia è contemporaneamente estetica, praticabile e tecnica. Scale da muratore unite da corde ricordando l’architettura di una trincea, delineano uno spazio chiuso all’interno del quale agiscono i protagonisti, in cui sono applicati tutti gli strumenti e le attrezzature necessarie alla produzione dei suoni della scena: microfoni, percussioni, pc, mixer, tastiere, all’interno di un circuito che muove gli attori/performer nel tessuto sonoro a 360°.
Testo, regia, musiche e interpretazione
Leonardo Bianchi
Gian Maria Labanchi
Con
Daniel Mantovani
Luigi Pedranzini
Daniele Toti
Coreografie
Daniele Toti
Costumi
Daniel Mantovani
Luci
Erica Galante
Video
Simone Galli
Foto
Sara Lamassa
Spettacolo selezionato da Argot Produzioni per il festival Over/ Emergenze Teatrali – IV edizione
Semifinalista progetto “Verso Sud” 2022 – Nuovo Teatro Sanità
Finalista premio “Petroni” presso il teatro IDRA di Brescia





